giovedì 14 gennaio 2016

PROFUMO DI MADELEINE ...




Ci sono ricordi che si pensano e ricordi che si sentono.

Le vacanze al mare o i regali di quel lontano Natale, il primo giorno di scuola, il viaggio della maturità, così come la figuraccia più clamorosa o l'incontro più bello, sono tutti ricordi che di solito possiamo pensare, raffigurare per immagini e rievocare con più o meno facilità, ma in genere con la possibilità di raccontarli e collocarli nella nostra storia di vita.


E poi ci sono dei ricordi che più che altro si sentono...la voce di mamma, il profumo di latte e vaniglia, il sugo della nonna, le carezze e la lana che pizzica sulla pelle. Come dei ricordi-non-ricordi, che fanno parte di noi anche se non li possiamo pensare, rappresentare, comprendere, ma che spesso contribuiscono in modo determinante al nostro sentire di fronte a una situazione nuova o alla relazione con l’altro. Avvertire un senso di familiarità entrando in un luogo mai visto prima, o al contrario, provare un senso di allarme immotivato, un fastidio 'a pelle' incontrando uno sconosciuto, può avere a che fare con questo tipo di memoria.

Per Proust il profumo di Madeleine risvegliava ricordi teneri e antichi, talmente vivi e allo stesso tempo inconsistenti da essere percepibili solo attraverso i sensi. E così succede ad ognuno di noi quando intercettiamo un profumo, una voce, un modo di toccare che ci riporta in un attimo esattamente là, alla prima volta in cui abbiamo fatto quell'esperienza sensoriale così intensa e significativa. 
La memoria implicita è l'origine della nostra storia, ciò su cui si fonda la nostra stessa esistenza ancor prima di poterla pensare e ricordare, imprimendosi e vibrando attraverso le corde della sensorialità. È una memoria un po' bistrattata e a volte sottovalutata, che spesso ci espone a qualcosa che non ci spieghiamo, che sfugge alla comprensione, ma che comunque sentiamo appartenerci.

Un giorno come tanti una giovane paziente, entrando in studio, si sente avvolgere da un profumo di magnolia...le piace, insieme agli agrumi è il suo profumo preferito, ricorda che sua madre che ora non c'è più sapeva sempre di magnolia e questo ricordo ne richiama tanti altri, pensati e sentiti, che aspettavano di essere recuperati. 
In fondo, se ci pensiamo bene, ognuno di noi nella propria vita, in modo più o meno altalenante, ricerca qualcosa di simile a quelle esperienze sensoriali di contatto e cura che per prime ci hanno fatto sentire contenuti e amati.


M. L.




IN PASTICCERIA

La crostata di nocciole



Ingredienti per la pasta frolla alle nocciole: 
175 gr. Burro
115 gr di zucchero a velo
100 gr di nocciole Piemonte macinate finemente 40 gr di albume
250 gr. Di farina 00
Un pizzico di sale

Ingredienti per la crema di nocciole:
200 gr. Di nocciole Piemonte macinate finemente 4 uova
80 gr. Di zucchero 




Procedimento:

Per la Frolla
Amalgamate il burro morbido con lo zucchero a velo e il sale; aggiungete l’albume e infine la farina setacciata con le nocciole. Lasciate riposare almeno mezz’ora in frigorifero ricoprendolo con la pellicola.
Per la Crema
Montate le uova con lo zucchero fino a che il composto diventi chiaro e spumoso; aggiungete le nocciole macinate finemente mescolandole con una spatola delicatamente.




Montaggio:
Stendete la frolla con uno spessore di 2 o 3 cm, foderate una teglia del diametro di 24 cm e riempitela del composto di nocciole. Infornate a 180 gradi per 30 minuti.
A piacere spolverate con lo zucchero a velo 



Suggerimento: quando aggiungete la farina, cercate di non lavorare troppo l’impasto, ma solo fino al suo completo assorbimento.









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